Arredamenti Mattio

Siamo un’azienda con una solida esperienza alle spalle ma con la voglia di crescere continuamente per offrire sempre proposte di qualitá assoluta, in grado di soddisfare ogni esigenza del Cliente.

Assistiamo il Cliente in modo completo, dal progetto dell’arredo alla ricerca di soluzioni esclusive e personalizzate, sempre attenti a fornire una consulenza e un supporto professionalmente adeguati che aiutino a compiere scelte ragionate, in totale armonia con il gusto dell’acquirente e con l’ambiente da arredare.

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Vi assisteremo nella creazione dei vostri spazi, unendo alle vostre idee la nostra esperienza, facendo sempre attenzione al giusto rapporto qualità prezzo e per qualunque dubbio su ambientazioni o accostamento cromatico saremo lieti di essere il vostro consulente.

Selezioniamo per Voi solo aziende di provata affidabilitá e prodotti di alta qualitá, consapevoli che l’arredamento della Vostra casa é un investimento prezioso che deve durare nel tempo.

Cosa più importante, non vi lasceremo soli dopo la consegna. Per qualunque esigenza saremo sempre a vostra completa disposizione organizzando nel minor tempo possibile l’intervento necessario per il ripristino delle funzionalità iniziali.

I nostri Marchi

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Un po’ di storia (tratto da “Il Carignanese” Novembre 2009)

Chi percorre via Salotto e svolta in via Principe o prosegue verso l’officina Folegatti ha l’impressione di entrare in un appartamento: al di là di ampie vetrate, soluzioni d’arredo e ambientazioni di cucine, camere da letto, soggiorni, salotti, bagni, progettati e curati dai titolari stessi. Abbiamo di fronte i locali espositivi “Mobili Mattio”, il cui logo è ripreso sul cartello posizionato sopra l’ingresso: geniale nella sua semplicità (ricorda una pennellata), dove i “taglietti” delle due “t” contengono il termine “mobili”, fu creato nel 1960 dal versatile Nelio Pecchio.

Negli anni, sono subentrati nell’azienda di famiglia al fianco di papà Giovanni e mamma Ines i figli Mario e Bruno che con la loro giovinezza hanno portato il mobilificio ad un livello più tecnologico e più consono ai tempi moderni.

Dopo la tragica scomparsa (31 luglio 2006) di “Papi” Mario, i figli Ornella e Marco hanno scelto di entrare nell’attività, sicuri che questo sarebbe stato il desiderio del loro papà, e, grazie allo straordinario impegno ed all’esperienza di zio Bruno, i due giovani collaborano ormai a pieno ritmo consapevoli di portare avanti un’impresa commerciale che ha radici profonde.

Sofia ed Alberto, ben guidati dai genitori, Roberta e Bruno, non sanno ancora “cosa faranno da grandi” ma sapranno certamente far tesoro degli insegnamenti ed esempi di coloro che li hanno preceduti. Proprio in occasione del 70° compleanno del signor Giovanni, la creativa Ornella ha composto un tabellone che, partendo dalla data di nascita del festeggiato “3 marzo 1931”, con la guida di opportune frasi tocca i fatti salienti (l’incontro con la signorina Agnese-Ines-Orticelli; il matrimonio; i figli, i nipoti) illustrati da fotografie che riprendono lui ed i suoi familiari.

Giovanni ricorda che anche nella falegnameria avevano lavorato insieme più generazioni: lui (giovanissimo), suo padre Agostino (1904-1984) ed il nonno Giovanni (1882-1946) con l’aiuto di due operai; ma allora la bottega stava nella casa di proprietà della nonna paterna (Francesca Peretti, 1879-1964) all’attuale civico 31 di via Principe, dove era stata trasferita dall’iniziale sede in via Zappata, angolo via Principe e poi nei locali all’angolo col vicino vicolo. I mobili venivano tutti fabbricati su misura, pezzo per pezzo (biron compresi) utilizzando quasi sempre legno di castagno, ma si producevano anche serramenti (porte, finestre, gelosie) come risulta da due fatture datate 22/8/1929 (quando Agostino Mattio era ancora in società con Berutto) e 28/12/1933 (solo Mattio) con una dettagliata indicazione dei lavori eseguiti.

In seguito, dopo il 1947, il laboratorio col banco da falegname e tutta la necessaria attrezzatura si affacciava su via Principe: a quel periodo risale la foto coi mobili “rustici” esposti in via Salotto, davanti alla casa di abitazione.

Per Giovanni seguì il servizio militare, presso la caserma Montegrappa a Torino, nel Genio Alpini: ottenne la qualifica di marconista ma in effetti continuò il suo lavoro di artigiano. La svolta all’incirca
nell’anno 1965, quali venditori autorizzati (come tuttora) della Ditta Scavolini: a conferma, la foto dei quarant’anni di collaborazione con il signor Walter Scavolini che iniziò seguendo di persona gli ordini fino alla consegna. Alle pareti, con sobrie cornici, sono appesi alcuni diplomi (e molti altri sono conservati nei cassetti) rilasciati ad Agostino Mattio in occasione della Fiera Esposizione (dall’Associazione Artigiana di Torino e Provincia, via Bogino 18 – Fiera 31/3-4/4/49 – Diploma di Benemerenza Artigiano Mobiliere; Fiera 28/3/54 – Diploma di grande merito a firma del sindaco, Luciano Trabucco, e del presidente del Comitato Manifestazioni Cittadine, Mario Gandiglio; Fiera 30/3/56, Categoria Artigianato, medaglia d’oro e Diploma d’onore; Fiera 1962 Diploma di merito a firma del sindaco Carlo Dotta e dell’assessore G.B. Aghemo).

Ci sono inoltre della Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato il “Diploma all’Antica Bottega Artigiana Falegnameria fondata nel 1930 e condotta ininterrottamente dall’artigiano fondatore” ed il “Diploma di Anzianità Artigiana dal 1916 al 1980”.

Custodisce l’intera documentazione la signora Ines, fulcro di tutta la famiglia e, negli anni del più intenso lavoro, anche dell’attività: tra l’altro, perfetta organizzatrice di feste per le ricorrenze (“non ne dimenticava una!” sottolinea il marito) con la sua costante presenza ha fatto sì che tutti i dipendenti e collaboratori si siano sempre sentiti e si sentano tuttora a casa loro. Uno su tutti, Lino Pietrobon, classe 1937, originario di Boara Pisani (Padova): avendo già pratica di questo mestiere cominciò la sua opera nel laboratorio il 28 settembre 1963, e l’intesa, il “capirsi al volo”, con Giovanni fu immediata e continuò, facendosi sempre più salda, fino alla pensione. Prosegue la signora Ines: “E’ diventato un caro amico per tutta la famiglia, grandi e piccoli. E’ arrivato con una bella chioma scura ed ora se la ritrova bianca come la neve: quel che non è mai cambiato è il suo sorriso, lo stesso di cinquant’anni fa (quasi)”.

Ai Mobilieri Mattio nel 1960 si rivolse Michele Carena per l’arredamento della tabaccheria/edicola: mobilio essenziale ma funzionale, dove erano già inseriti alcuni elementi in formica; di quel periodo sono anche le scaffalature, sempre in via Salotto, del negozio di alimentari, allora di Giuseppe Savio, poi di Domenico Surra ed ora di Anna Capello.

Ci sono poi gli atti notarili che hanno portato l’attuale sede a comprendere tre diversi lotti: a quello centrale, all’angolo di via Salotto con via Principe (acquisito nel 1947 da Aggero Caterina, già di Aggero Felice di cui rogito anno 1916 dai F.lli Chiatellino) seguirono nel 1982 Casa Rena (via Principe, con pensilina) e poi Casa Spinello (via Salotto, dove un tempo c’era la bottega da calzolaio di Tonin).

Ancora un tuffo nel passato: nei locali proprio all’angolo stava un’osteria, gestita da Giovanni Finelli (nonno di Renata, Geppino ed Enrico), a cui subentrò Domenico Castagno (padre di Domenico (Antonio) legato al negozio di bassa macelleria) che alla morte della moglie, 1942, la cedette ad Antonio (Tone) Dogliani; (nel dicembre 1954 la trasferì in Casa Ostino).

Al momento del congedo, il signor Giovanni con un sorriso richiama la mia attenzione su alcuni strumenti musicali (un mandolino, una chitarra, un “blangio”) appesi ad una parete e mi dice: “Nelle lunghe sere d’inverno li avevano costruiti insieme il mio ed il suo papà”.

Tanta è stata la sorpresa che sono rimasta senza parole. In anni giovanili papà era “andato a bottega” dal falegname Chelino Cuminatto ed ha amato sempre la musica ma ignoravo che si fosse dedicato anche a questi lavori. Pezzi conservati con cura, con affetto, come il vecchio banco da lavoro, restaurato, lucidato, che per alcuni anni è stato anche meta di “visite didattiche”: memorie di un tempo già lontano: storia di una famiglia, proiettata verso il futuro, che non dimentica il suo passato.

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